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Articolo sulla rivista "IDENTITY STYLE

cheffrancescomagan

Aggiornamento: 4 feb


PRIMAVERA | 2024


Benvenuti a Identity Style


Dove scopriamo il fascino dietro le personalità uniche

In questo articolo esclusivo, abbiamo l'onore di esplorare la vita e le passioni di un talento straordinario: Francesco Maganuco. Attraverso un'intervista approfondita e dettagliata, entreremo nel mondo di un designer la cui creatività e dedizione hanno saputo catturare l'attenzione di molti. Scoprirete cosa lo ha ispirato lungo il suo percorso, le sue aspirazioni future e le sfide che ha affrontato per diventare chi è oggi. Preparatevi per un viaggio affascinante e ispirante nel mondo di Francesco Maganuco.







Un viaggio che parte dalla Sicilia e, passando per Roma, l'incantevole Lago di Como e la super glamour Costa Smeralda, raggiunge la soleggiata Miami e poi l'esclusiva Saint Moritz. Il filo rosso di questo viaggio è la passione per l'arte culinaria.


La cucina dello chef Francesco Maganuco coniuga magistralmente tradizione e innovazione, traendo ispirazione dalle diverse peculiarità territoriali dei Paesi in cui ha vissuto o semplicemente visitato, fondendole con l'eccellenza italiana.


Qual è il tuo primo ricordo legato alla cucina e quando hai capito che volevi fare questo nella vita e perché.

Il mio primo ricordo legato alla cucina risale alla mia infanzia, quando trascorrevo le estati a casa dei miei nonni. Ricordo vividi momenti in cucina con mia nonna Nuccia, mentre metteva al sole i pomodori per farli essiccare, o preparava i pomodori per la salsa mentre assaggiavamo insieme quello che stava preparando. Questi momenti erano pieni di profumi deliziosi e di calore familiare, e mi hanno fatto apprezzare il valore di condividere il cibo con le persone che amo.

Col passare degli anni, ho continuato a coltivare la mia passione per la cucina. Ho trascorso molto tempo a sperimentare ricette diverse , momenti in compagnia della mia famiglia e dei miei amici, preziosi attimi di convivialità..ma soprattutto il ricordo ancora vivido di quando lavoravo a Roma presso l’Aldrovandi Palace di villa Borghese, e nei pochi momenti liberi cucinavo per la mia fidanzata dei tempi Alessandra, sono ricordi indelebili che rimarranno sempre nella mia mente, tutti quanti insieme hanno contribuito a farmi avvicinare sempre più alla cucina,che non era solo una questione di nutrimento, ma anche di creatività e di espressione personale.

Durante gli anni di formazione, ho avuto l'opportunità di lavorare nei migliori hotel 5 stelle lusso, mettendo alla prova le mie abilità e imparando dagli chef di talento con cui ho avuto il privilegio di collaborare. E grazie a queste esperienze che oggi sono diventato questa persona. Ogni giorno mi sento grato di poter fare ciò che amo e di poter trasformare ingredienti semplici in esperienze culinarie straordinarie per le persone che mangiano nel ristorante dell’hotel per cui lavoro. La cucina non è solo il mio lavoro, ma è diventata parte integrante della mia vita e della mia identità.


Hai viaggiato molto, quali sono i ricordi delle esperienze nei vari posti in cui sei stato? Che differenze hai trovato nell'approccio alla preparazione dei piatti e nella clientela?

La cosa più bella dei miei viaggi lavorativi, oltre ai diversi sapori che ho avuto la fortuna di provare, diventati parte integrante del mio sapere culinario, sono le persone incontrate con molte delle quali si è instaurato un legame duraturo. È bello sapere che, se ho l'occasione di ritornare in un qualsiasi di questi posti, ci sarà sempre qualcuno che mi aspetta a braccia aperte. Quando mi chiedono, tra quelle nelle quali ho lavorato, quale sia la mia città preferita, sinceramente non riesco a rispondere, sono tutte rimaste nel mio cuore. In ognuna di esse ho avuto modo di rimanere per diversi anni, di adattarmi allo stile di vita, di respirare lo spirito, di conoscere i suoi abitanti e di imparare usi e costumi. Per quanto riguarda le differenze di clientela devo dire che in ogni luogo è diversa, ma accomunata dal fatto che una volta esauditi i suoi desideri il successo è garantito. La scoperta degli ingredienti e delle ricette locali e dei loro segreti è un'inesauribile fonte d'ispirazione e crescita.



Come nasce l'ispirazione per un nuovo piatto, parti da un'idea, da un ingrediente? Come decidi di creare l'impiattamento visto che la parte visiva nel tuo lavoro è molto importante? Hai un piatto che ti caratterizza?

Bella domanda! Per quanto mi riguarda, non sono sempre giorni "sì" al lavoro, ci sono anche quelli "no", di conseguenza ci sono volte in cui mi sento più ispirato e altre meno. Fondamentalmente la cucina per me è sperimentazione, ma fino a un certo punto, perché la bravura dello chef sta nel trovare l'ingrediente chiave che può elaborare, armonizzarlo con l'idea che ha visualizzato in testa, abbinarlo in modo equilibrato e alla fine trasformare quella visione nell'impattamento. Non sempre la prima idea è la migliore; si riprova e si riprova finché non si trova la perfezione a livello sia gustativo che visivo. Il piatto che mi caretterizza in modo particolare sono i bottoni di pasta fresca con ripieno di capasanta aromatizzata al lime, accompagnata da una semplice salsa di pomodoro fresco, spuma di burrata e polvere di gambero rosso di Mazzara.


Com'è la vita di uno chef, gioie e sacrifici?

La vita di uno chef è soprattutto sacrifici, questo mi piacerebbe farlo capire ai giovani che per colpa della TV si sono fatti un’idea sbagliata di questo lavoro, che una volta era molto umile.. Non ci sono sabati e domeniche, non ci sono festività con i propri cari, non c'è tempo per la vita sociale o per quella sentimentale. Più si lavora in ambiti di eccellenza e più lo stress e la pressione aumentano, a volte non c'è nemmeno il tempo di sedersi  in un tavolo e consumare un pasto normale. In questo lavoro non si salvano vite come i medici, ma è un ambiente molto stressante e competitivo dove se non si ha una buona dose di self-control si può cadere in diversi vizi, malattie o spiacevoli eventi fisici e mentali. Il tutto culmina però in un unico magico istante in cui, quando si va al tavolo a parlare con il cliente a fine pasto, egli ripaga tutta la fatica di una giornata con un magnifico sorriso, una stretta di mano e un grazie. E allora tutto lo stress, la stanchezza, la fatica dell’intera giornata svanisce in un  colpo solo.


Dove ti vedi tra 5 anni, sogno che vorresti realizzare?

Domanda difficile questa. Fra 5 anni mi vedo sicuramente in un posto nuovo, con nuovi obiettivi e sfide da affrontare. Quello che uccide l’uomo, secondo il mio modesto parere, è la sedentarietà e il non voler uscire dalla “comfort zone". Mettersi in gioco è la chiave di tutto, recarsi in posti nuovi e affrontare situazioni che normalmente non ci troveremmo a vivere, attiva il processo di crescita e trasformazione interiore. Penso, e sono sicuro, che siamo in queso mondo e in questa terra per vivere e fare esperienze, quindi dobbiamo farlo a 360 gradi e mettere da parte apatia e paura. Non voglio girarmi indietro e pensare a quello che avrei potuto fare e non ho fatto.


Come private chef, un servizio per super ricchi, cosa ti caretterizza, cosa dai al cliente, come gestisci il lavoro.

L'abilità, secondo me, sta nel capire e intepretare le esigenze del cliente, soddisfarle senza pregiudizi o la presunzione di sapere già tutto. Ovviamente non si può prescindere dall'utilizzare materie prime di qualità, offrire un servizio eccellente e regalare un'esperienza sensoriale che rimanga impressa nelle persone come un magnifico ricordo. Grazie a partnership consolidate posso avvalermi di jet privati, elicotteri e auto per raggiungere il cliente dovunque voglia e facendomi arrivare qualunque cosa, senza limiti.


Cosa cercano coloro che richiedono una cooking class?

Vivere l'esperienza della convivialità. imparare qualcosa di nuovo e divertirsi facendo una cosa che piace. Mi è capitato con dei clienti di Miami di organizzare delle cooking class che sembravano più delle feste, con tanto di sottofondo musicale di Frank Sinatra e calici di buon vino rosso mentre si cucinava insieme, Il cibo è un linguaggio universale che ci unisce, le persone vogliono vivere questi momenti per sentirsi meglio e staccare dalla routine.


Oltre ad essere chef hai iniziato a produrre champagne e olio, quali sono le loro peculiarità? Da che zona provengono uve e olive?

In realtà non li produco direttamente, ma collaboro con professionisti del settore con i quali ho creato una linea di prodotti certificati e in serie limitata. Le olive provengono dalla mia terra, la Sicilia, da uliveti secolari ripristinati. L'olio è ottenuto da un blend di tre cultivar di olive siciliane: "Nocellara del Belice", "Nocellera Messinese" e "Tonda Iblea" che vengono raccolte e macinate al fresco soltanto di notte, essendo le temperature più basse, così facendo mantengono intatte le loro qualità organolettiche. Non a caso questo tipo di olio prende il nome di "Lustro di Luna" e si caratterizza per il profumo intenso e il sapore delicato. Lo champagne per me rappresenta una nuova avventura, sto creando un brand con una maison francese che realizza champagne da generazioni. I terreni sono classificati Premier Cru e vitigni si trovano in un famoso villaggio situato nella culla dello Champagne dove il monaco e maestro della cantina Dom Pérignon scoprì come creare bolle scintillanti nella buole! L'etichetta sarà realizzata da un noto artista contemporaneo e le bottiglie saranno numerate e in serie limitata poiché destinate a un pubblico di nicchia esperto e selezionato.

 
 
 

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